A Damaria ci reincontriamo con Tilla. Col teletrapsporto raggiungiamo la villa di Kutar; pasticciamo un po' ma fatto sta che recuperiamo Megleir, tenuto prigioniero. Di Kutar e Anna, la sorella di Ian, nessuna tracca. Ci racconta Megleir che riuscirono a liberare Anna ma, forse per un tradimento, finirono catturati da Kutar. Kutar con Anna dovrebbe essere finito presso una certa Reggia dei Venti. Nei Cinque Regni imperversa la guarra civile: Kutar conn gli spaventapasseri contro la Regina, l'esercito e la popolazione. Bjorn avvista delle creature volanti simili ad angeli sopra le nostre teste, dirette verso Est. Perse di vista, ne seguiamo la direzione e raggiungiamo un villaggio che è stato raso al suolo: nel tempio centrale di Minerva, i paesani furono rinchiusi e poi le mura date alla fiamme. Ci attaccano gli "angeli", che si rivelano essere degli spaventapasseri alati. Li sconfiggiamo ma uno degli angeli non combatte e alla fine ci vuole parlare. Racconta di essere uno di una minoranza di costrutti che hanno acquisito coscienza di sé e disobbediscono a Kutar. Vuole informazioni sulla sua natura di costrutto senziente, gliele promettiamo e in cambio ci rivela la posizione della Reggia dei Venti. Lo spaventapasseri ci assicura che Kutar non sa della sua defezione, nonostante in linea di principio abbia un collegamento telepatico con tutti i costrutti. Ad un certo punto intravediamo nel cielo, in quota, una nave volante. Teletrasporto Bjorn, Ragnar ed io sul ponte e riusciamo a prenderne il controllo: è un postale minuscolo e velocissimo, con un equipaggio di due piloti (Poldo e Zeril) ed un ingegnere (Redolf). Li costringiamo a portarci alla Reggia dei Venti. Sul mare imperversa un uragano tremendo e ci rendiamo conto coi poteri della nebbia che si tratta di Ba'at, che si avvicina dall'acqua. Con difficoltà raggiungiamo la Reggia e attracchiamo, il vento è disumano e all'esterno non ci sono guardie. Entriamo nel mastio e, sorpresi degli spaventapasseri, fuggiamo più all'interno. Scatta una trappola che ci catapulta in un mondo onirico di nebbia: visitiamo un campo di battaglia ormai conclusasi dove un demone brandisce una spada che Marte, parlando attraverso uno stendardo, comanda a Lucio di distruggere. Sconfiggiamo il demone e distruggiamo la spada. Viaggiamo indistintamente e raggiungiamo un ingorgo di centinaia d'anime: Caronte nocchiero dagli occhi di bragia attende a fianco e dice che forze più alte di lui gli impongono di non far passare i morti... ma è disponibile a farsi corrompere. Gli lascio Giggino, che trova così finalmente un'utilità. È poi la volta di una piana gelata, fredda oltre misura, dove un enorme Elementare del Ghiaccio sta consumando il corpo malvivo di un grosso ed elegante cervo. Sconfiggiamo l'elementare e salviamo il cervo, che si libra via in un aura dorata lasciandoci in dono +3 punti vita. Nel corso del viaggio, tutti gli attori ci avevano parlato di "dover superare le nostre paure" e, su ultima spinta del grande cervo, riusciamo a compiere uno sforzo di volontà e risvegliarci. Troviamo Lan e Ian al nostro capezzale, che stavano inutilmente tentando di risvegliarci. Proseguiamo nel mastio, la porta sbarrata agli spaventapasseri e troviamo Kutar in condizioni pietose in una sala a un piano più alto: gli occhi spenti, i sontuosi abiti sfilacciati, indifferente alla buriana che spira dalle finestre spalancate. In un angolo della stanza, Anna si protegge rannicchiata. Kutar (che notiamo non avere ombelico) vuole affrontare Ba'at hic et nunc e non vuol sentire ragione. Anna invero è in stato di trance, la sua coscienza perduta in un mondo parallelo vicino alla Nebbia, in cui riesco ad addentrarmi. Vi si presenta visibilmente incinta e spaventata, ma riesco a convincerla a tornare tra i vivi. La gravidanza è reale e il padre naturalmente è Kutar. Veniamo alle mani. Nel combattimento un suo doppione scompare con Lan, forse verso un altro mondo parallelo di nebbia. Perdiamo traccia di entrambi ma vinciamo. Fuggiamo a gambe levate perché arriva Ba'at. Dal corpo di Kutar recuperiamo una collana che mi permette di parlare con gli spaventapasseri; ordino a quelli sulla Reggia di fuggire in aeronave, ma non riescono neppure a decollare. Noi però ci mettiamo in salvo. La collana si deteriora rapidamente. Con le ultime energie magiche, dichiaro agli spaventapasseri che d'ora innanzi dovranno rispondere a me e li richiamo tutti in adunata presso certe rovine naniche fuori Dolomia. Le raggiungiamo e ci congediamo dal postale, il cui equipaggio rifiuta una nostra offerta di ingaggio permanente (chiamali scemi). Bjorn e Ragnar, barbari e idioti, sbeffeggiano gli spaventapasseri con la testa mozzata di Kutar, che avevano preso come trofeo. Alcuni degli spaventapasseri reagiscono violentemente. Con una certa fatica e mano pesante, riesco a calmare la situazione. Parlando con gli spaventapasseri, esce fuori che sono stati preso Ripasciutta e la congrega ha offerto loro accoglienza. In breve, sono molto disorientati e vogliono organizzarsi in una qualche comunità. Anna era a lungo rimasta schiava della regina Quam prima di passare sotto la proprietà di Kutar e medita vendetta. Non vuol sentire regione e naturalmente Ian la appoggia. Esce fuori che il motivo per cui Kutar la voleva era che anche lei è Eletta: è sorella **gemella** di Ian. I due, assiame a Lan, si dirigono verso Dolomia ma facciamo prometter loro di aspettarci prima di agire. In cambio della promessa di una generosa fornitura di materie prime, gli spaventapasseri acconsentono ad accompagnarci presso la corte degli Elfi, che è sotto attacco dalle armate degli orchi. A piedi, raggiungiamo la città proprio mentre sta venendo assaltata dagli orchi. Bjorn salva la vita ad una sua squinzia elfica (Dafne), che si bombò un paio di volte e difatti è rimasta gravida. Ci apriamo la strada a fendenti fino alla corte del re e lo salviamo dall'assalto degli orchi. Uccidendo il capotribù e lo sciamano, respingiamo l'assalto. La Nazione elfica è in rovina, la foresta in gran parte messa a fuoco dagli orchi. Propongo al re di abbandonare la sua terra e stabilirsi a Ripasciutta assieme alla congrega e gli spaventapasseri ma, giustamente, rifiuta. Ci arriva un magigramma di Megleir, cifrato con Vigenère con la vecchia chiave "apironzanticonsciaboleaffilate": "sono con i famosi fratelli e il mio re il momento e giunto alla prossima luna alla fonte del minatore a mezzanotte kardabar". Andiamo verso Kardabar con il teletrasporto e veniamo a sapere da un popolano che la città è sottosopra e stanno quasi sicuramente per scoppiare disordini. Ci fermiamo in un bordello in un borgo fuori le mura e avvertiamo Megleir che siamo arrivati in anticipo. Incontriamo Megleir e finiamo nello scantinato di una locanda in città a quattr'occhi con il vecchio re Frenuil, sposo di Quam, che ci promette grandi ricompense in cambio della vita della consorte, che si trova in loco. Nel frattempo scoppiano disordini e veniamo a sapere che, ovviamente, a capo della sommossa stanno i due gemelli. L'aeronave ammiraglia cannoneggia la folla mentre la regina evacua il palazzo verso l'aeroporto (una specie di basso grattacielo, edificio storico riadibito ad uso tecnico, parte di un gruppo di tre sparsi per la città). Decidiamo di precederla con il teletrasporto, ma l'incantesimo fallisce e dobbiamo rincorrerla perdendo molto tempo. L'aeroporto nel frattempo è preso d'assalto dalla folla, guidata almeno da Anna. Incontriamo resistenza nella misura di un gruppo di guardie del corpo della regina, di fatto avventurieri. Uccidiamo uno di loro e gli altri scappano. Raggiungiamo il tetto dell'edificio, dove la regina si sta imbarcando sull'ammiraglia, attraccata. Combattiamo strenuamente e la riduciamo in fin di vita, finché questa non scaglia una potente magia che ferma il tempo: si teletrasporta via, ma non prima di aver lanciato un Dito della Morte su Bjorn e me. La morte è istantanea per entrambi, ma io ero in volo e precipito per un centinaio di metri prima di sfracellarmi al suolo, istante in cui deflagrano tutte le mie bombe alchemiche. Dei miei oggetti, poco rimane. Di me, ancor meno. Anna sopraggiunge poco dopo e distrugge l'aeronave appena salpata con un cannone di luce. Lucio, Ragnar e Legione si danno da fare. I gemelli, gli aruspici, i nobili credono non ci sia speranza. Ma l'Imperatore Edoardo ci indirizza verso una megera che vive in città, un'anziana sacerdotessa che forse fu dietro all'evocazione dell'avatar di Damaria durante la battaglia con i Rodariani... o che forse fu essa stessa l'avatar. Venduto molto dell'equipaggiamento e fatto fondo alle risorse del gruppo, si procurano i costosi diamanti richiesti dal rito e la megera riesce a riportarci in vita. L'esperienza è... segnante. Ci riorganizziamo e contattiamo Megleir via magigramma. I gemelli sono partiti alla volta di Rodaria. Ci teletrasportiamo a Kardabar e ci rechiamo dai servizi, che ci propongono di interrogare un sottufficiale prigioniero superstite dall'aeronave ammiraglia. Svolgiamo il compito e ci facciamo rivelare che la regina si è rifugiata in una valle lontana (di cui non mi sono scritto il nome), in cambio dell'immunità per il prigioniero e il fratello, sergente della guardia di Quam. Ci facciamo ricompensare con dei cavalli. Partiti da Kardabar, raggiungiamo i gemelli poco fuori da Rodaria. Parliamo e riusciamo a convincerli a ignorare la loro vendetta perché c'è Ba'at a cui pensare. L'idea è di trovarci a Damaria, loro viaggeranno a piedi per raccogliere un esercito (di straccioni) lungo la via. Noi ci teletrasportiamo, con l'idea di visitare il monastero dell'Ordine del Sole Nero nel frattempo, per avere più informazioni. Consultiamo gli aruspici per sapere l'ubicazione di Ba'at e, giusto quella notte, un forte incubo ci sveglia e veniamo a sapere l'indomani che il mostro si è mangiato un nuovo Paese a Sud-Ovest. Ci convoca l'Imperatore. C'è Re Fein, Maard dei Nani da Monte Corno, quelli che salvammo a suo tempo; c'è Doppia Lama, c'è Cairn e c'è l'Aruspex Maximus. Edoardo sta cercando di mettere in piedi un'alleanza per combattere Ba'at mentre gli orchi sono arroccati sulle terre dei nani, dove si sono ormai ripresi e riorganizzati dopo la sconfitta presso gli elfi. Rimaniamo d'accordo che il meglio per noi è raccogliere più informazioni sul mostro. Scopriamo che Edoardo e Cairn sono Toccati. Paghiamo un barcarolo per darci passaggio in direzione del monastero. Ci molla presso un villaggio di pescatori sulla costa del continente perché, con conferma dei pescatori, solo ai monaci è permesso attraccare all'isola. Soggiorniamo la notte, avvertiti che una barca di monaci dovrebbe arrivare l'indomani. Frate Aureliano arriva in effetti a chiedere la questua e ci conduce al monastero. Ci ricevono i vecchi saggi ma non sanno molto. Ci dicono che, nei cicli normali, gli Eletti raggiungono fisicamente Ba'at e lo ingaggiano, aprendo un portale sul Ponte verso la Gemma di Airmonur e chiudendo l'iterazione. Non esiste maniera di predire le apparizioni di Ba'at né di attirarlo con un'esca. Consultiamo la biblioteca e troviamo molte cronache, miti e leggende piuttosto vaghi. Un folletto d'ombra mi guida verso una mappa antichissima dei Siaskai che mostra tre luoghi di potere: uno (l'Alto Porto delle navi del Cielo) corrisponde a Zakkara dove si è rifugiata Quam; uno (la Casa delle Sinistre Luci del Cielo) è in un'isola nell'estremo Nord-Ovest delle terre ghiacciate; uno (la Casa delle Luci Più Terrificanti dell'Aurora) è nel mezzo dell'oceano nell'estremo Nord in quella che probabilmente è un'isola sommersa nelle ere. Convochiamo l'Arcimago Edgar dell'ex-Alta Torre, chiedendo consiglio. Ci raggiunge col teletrasporto, ma non ha molto con cui aiutarci nonostante anche lui stia da tempo svolgendo ricerche circa Ba'at. Nel frattempo avvertiamo un'altra incursione di Ba'at, scoprendo in seguito che ha flagellato l'Isola di Dancalia, a Sud del continente. Contattiamo gli Eletti via magigramma e li raggiungiamo lungo la strada. Offriamo loro di accompagnarci a pestare la Regina Quam a Zakkara ma oramai sono convinti dell'idea di raccogliere un esercito lungo la via di Damaria per affrontare Ba'at. Contattiamo Megleir e lo incontriamo a Rodaria, spiegandogli la nostra intenzione di recarci a Zakkara per svolgere ricerche e chiudere i conti con la Regina. Ci cede un'aeronave, un piccolo ma rapido postale. Voliamo verso Zakkara finché avvistiamo i fumi del vulcano che domina la valle. Si tratta di una gola stretta, chiusa e quasi irraggiungibile via terra, mortalmente gelida. Atterriamo poco fuori per non farci avvistare e mi reco in avanscoperta in forma di corvo assieme a Legione. Avvistiamo uno scalatore che sta cercando di abbandonare la valle e quasi ci abbatte per mangiarci. Mi manifesto in forma umana e mi scambia per una ninfa protettrice dei ghiacci. Racconta che la spedizione della Regina è in pessime condizioni, sono tutti stremati dal gelo, dalla fame... e dal drago che abita le rovine scavate nel vulcano. Hanno tentato di addentrarsi nelle rovine, ma sono stati respinti o dal drago o dalle trappole che le proteggono. Gli lascio delle provviste e lo mando per la sua strada. Con la magia porto gli altri all'interno della valle, non senza un incidente che mi porta, con Legione, a smarrire il tasso di Bjorn costringendone il padrone e Ragnar a una perigliosa scalata per recuperarlo prima che sopraggiungano la notte e l'assideramento. Perlustriamo l'accampamento delle guardie, che sono poche e sparute e, almeno per quel che possiamo vedere, sole senza la regina. Decidiamo di avviarci verso le rovine, venendo sorpresi da un verme dei ghiacci lungo il percorso. Lo scontro attira il drago, che fortunatamente riusciamo a depistare. Raggiungiamo il vulcano e le rovine, la cui porzione esterna consiste di due torri e un'ampia entrata, che senza dubbio conduce alla tana del drago. Esploriamo le torri e troviamo un passaggio che conduce all'interno della montagna. Raggiungiamo un'ampia sala, probabilmente anticamera dell'insediamento, in cui veniamo sorpresi dal drago, che vi ha in effetti la tana. Lo scontro è duro, ma abbiamo la meglio e riusciamo a impossessarci del suo tesoro. Esploriamo le rovine, probabilmente naniche, ma l'unico corridoio è interrotto da un crollo. Nel pavimento un cunicolo verticale conduce ad un sistema di tunnel, infestato di Adlet (uomini-lupo dei ghiacci). Esploriamo le caverne, ingaggiando alcune pattuglie di Adlet non senza difficoltà e una lunga fuga. Riusciamo infine a catturare una delle creature e a farci rivelare che Quam e alcuni soldati Rodariani erano divenuti loro preda. La regina tuttavia era fuggita e ci facciamo guidare lungo le sue tracce, ci viene detto, verso una Fossa che si può raggiungere attraversando o il villaggio degli Adlet o un Abisso protetto da un grave demone. Optiamo per il demone. La scelta si rivela sventurata, il demone (in realtà un diavolo) ci avvista e inizia a rincorrere. Troviamo un cristallo che sembra aver a che fare con la sua permanenza sul Primo Piano Materiale e decidiamo di distruggerlo nella speranza di bandire la bestia. La bestia non viene bandita. Proviamo a negoziare con la bestia offrendole di riportarla sul suo piano. La bestia rifiuta. A culo, riesco ad addormentarla. Ce la diamo a gambe. La zona protetta dal diavolo si compone di rovine più antiche di quelle più in alto. Esplorando freneticamente, senza fermarci a riposare per timore di essere raggiunti dalla bestia, troviamo l'accesso che conduce al villagio degli Adlet, una seconda potenziale via d'uscita infestata di melme e, ancora più in profondità, veri resti Siaskai. In particolare troviamo due stanze, una illuminata d'arancione, l'altra di verde. Controlliamo la luce verde, apparentemente emessa da un sontuoso baldacchino circondato da cadaveri di soldati rodariani, alcuni in pose scomposte ed altri messi a riposo come da rito funebre. Non investighiamo oltre perché perdiamo i sensi. Ci svegliamo in un accampamento militare: è il grande esercito raccolto per la battaglia finale con Ba'at, che si deve tenere il giorno stesso. Abbiamo tutti memorie molto vaghe e sfuggenti di Zakkara e la certezza di averla vista solo in sogno. Ci prepariamo alla battaglia, ma i rapporti dell'avvistamento di Ba'at si rivelano inesatti e il nostro tartarugone preferito si abbatte sulla costa ~35km a Sud-Ovest di Itea, dove lo aspettavamo. ### Giugno, luglio, agosto 2019 Di quel che accadde dopo ho vivi ricordi solo per un breve periodo. Ci separammo: Lucio coi Manti Rossi, Bjorn e Ragnar con i loro clan e il loro re. Io presi lo Scettro delle Ere e mi unii a Cair col battaglione dei Cavalcagrifoni, seguendo la via piu' diretta verso Ba'at. Ricordo chiaramente l'esperienza di usare lo Scettro, l'ebbrezza provata nello scagliare incantesimi con piu' forza ed energia di quanto fossi mai stata in grado e probabilmente mai saro' piu'. Eppure al contempo mi sentivo mancare, mi girava la testa e mi sopraffaceva sempre piu' un senso di soverchiante spossatezza, la mia carne avvizziva e lo Scettro consumava me per alimentarsi. Questo stato d'animo mi spinse ad agire su un impulso che covavo da molto: tempo addietro capii la maniera per entrare in contatto con Ba'at e le altre forze corrotte della sua specie e accettare parte delle loro energie nel mio spirito. Un'idea con cui speravo di ottenere piu' profonda conoscenza del nostro nemico e forse qualche strumento in piu' per combatterlo. Cosi' provai l'incantesimo e funziono', ma nel peggiore dei modi possibile... fu uno scambio in cui persi molto piu' di quel che guadagnai. Persi il senno. Quel poco che me ne venne fu quindi irrilevante. La' per la' non notai molta differenza, tanto che pensai all'inizio di aver fallito. Ma era solo lo Scettro a tenermi lucida, preso a spremermi perche' potessi consentirgli di raggiungere l'obiettivo per cui era stato creato. Sono sicura che non sarei riuscita a fermarlo. Mi avrebbe consumato fino a uccidermi, di una morte da cui nessuna forza soprannaturale puo' consentire il ritorno perche' e' morte dell'anima, non del corpo. Ma rimase solo un'intuizione: riuscii ad aprire il Ponte ma poco dopo Ba'at mi divoro' assieme al grifone e al cavaliere che lo conduceva. Mi e' difficile scrivere di quel che accadde in seguito. Non ero in me, non ragionavo, mi sentivo come trascinata, posseduta. Fatto sta che mi ritrovai nelle rovine dove eravamo caduti in trance assieme agli altri. Ricordo la presenza opprimente, risucchiante come un mulinello di una qualche entita' nascosta nelle ombre in fondo al corridoio... poi ricordo un luogo completamente diverso, una specie di pozzo, una voce e poi una corte, la corte rodariana a Dolomia e la Regina Quam. Visioni. Poi ancora la nave volante, Lucilla invecchiata e inasprita nell'animo e una torre, una torre sperduta su un picco sopra una coltre di nubi, in mezzo alle nevi. Freddo... ricordo, questo con estrema nitidezza, un freddo atroce. Nella torre stava l'Arcimagister Edgar reduce dalla guerra con Ba'at anni orsono, ma non la stessa, un altro futuro, un'altra possibilita'. Ci disse qualcosa, ci avverti' di restare uniti durante la battaglia ma fu interrotto da Quam. Lottammo. Non ho chiaro che accadde di preciso. Alla fine ci ritrovammo di nuovo nelle rovine e Ragnar teneva in mano la testa della regina, decapitata. Passo' del tempo, riposammo, credo. E decidemmo di affrontare l'oscurita' e la presenza che celava. Dei condotti, deboli flussi di energia delle anime andavano da noi a lei. Scoprimmo presto perche': il cuore delle rovine celava uno Xeno imprigionato. Fu difficile rendersene conto, parlava e si faceva capire a parole ma non nella sostanza, si nascondeva o forse per sua stessa natura ci riusciva difficile da comprendere. Era una presenza enorme, potente e disgustosa. Ricordo confusione, paura... e rabbia. Non ci sopravvisse. Uscimmo. Forse il diavolo d'ossa cerco' di fermarci di nuovo. Non e' importante. Mi sentivo distante, distaccata, assente. Persino Legione sembrava lontano. Recuperammo il tesoro del drago e la nave volante. Prima di abbandonare la valle ci fermammo all'accampamento dei Rodariani. Al momento non ricordavo bene, ma avevamo promesso al nostro informatore di salvare suo fratello. Penso fosse gia' morto o disperso. Fa lo stesso. Gli altri soldati per disperazione cercarono di salire sulla nave. Ne uccisi molti. Non ne rimase ne' si salvo' nessuno. Voglio vomitare. Il volo per il viaggio di ritorno e' il periodo che ricordo di meno. Tutto confuso. Giorni uguali. Cercai di meditare ma finii solo col dormire quasi tutto il tempo. La nave d'altronde era carica e sovraffollata, dondolava, avevo la nausea. Il ritorno a Damaria fu trionfale. Ci accolsero come eroi, c'era folla, gente che ci acclamava, che voleva vederci, toccarci. La nausea mi raddoppio'. La notte restammo Bjorn ed io soli sulla nave. Mi sentivo persa. Tutto il tempo agivo senza una direzione, seguendo pensieri confusi e attorcigliati, sforzandomi disperatamente di convicermi di avere ancora un briciolo di lucidita'. Cosi' scopammo. Tutta la notte, come animali. Io con un intimo senso d'abbandono, lui... lui non lo so. Con altrettatanta energia e credo molta piu' convinzione. In fin dei conti e' una persona semplice. Spero non succeda mai piu'. Le cose migliorarono. Il tesoro del drago fu una consolazione e ci permise finalmente di goderci riposo e qualche conforto. La prima cosa fu recuperare le componenti necessarie a Lucio per condurre una Ristorazione su me e Bjorn... ancora ci portavamo addosso Kardabar. Per me fu come rinascere. Non solo mi passo' quel senso di perenne stanchezza fisica, la mente tutta mi si schiari' d'improvviso. Mi accorsi immediatamente di una cosa: avevo la pelle pallidissima, quasi bianca, di un lieve tono azzurro nei riflessi. E piu' spessa, piu' rigida. Inoltre, per quanto fossi ancora in grado di avvertire la temperatura dell'aria, scoprii presto che tanto il freddo che il caldo non mi davano piu' il minimo fastidio. Avrei potuto dormire vestita leggera su un ghiacciaio o presso la bocca di un vulcano senza problemi. In piu', Legione ed io avevamo appreso nuovi incantesimi e avevano tutti a che fare con il gelo e i ghiacci. Non ricordo quando fosse successo. Ma come ho scritto ricordo con eccezionale chiarezza il freddo di Zaccara e delle visioni e, per quanto all'epoca la sensazione fosse sgradevole, adesso mi appare dolce e quasi nostalgica. Ho accettato tutto questo come un segno del Fato. Ci equipaggiammo e ristorammo tutti con la nostra parte di bottino. Dalle esperienze che avevamo avuto, eravamo in grado di individuare il luogo e la data della prossima apparizione di Ba'at e lo comunicammo all'Imperatore perche' radunasse le legioni. Non deluse e si mise subito all'opera. Poi portai gli altri a Dolomia con la magia, per comunicare a re Frenuil e Megleir la dipartita della regina. Accolsero la notizia con amaro giubilo, ma si dimostrarono riconoscenti e fecero fede alla promessa di terre e titoli nobiliari che ci avevano fatto in cambio della testa di Quam. Gli altri accettarono, io rifiutai. Francamente non so che ne farei di un feudo. L'unica cosa che voglio dai Cinque Regni e' che lascino gli Esiliati in pace. Mi fece piacere incontrare a palazzo dei ragazzi, giovani nobili dotati parte di quel gruppo che liberammo anni fa a Sasvalur. Erano gentili e sotto i registri e modi affettati da aristocratici si avvertiva una riconoscenza intimamente sincera. Quel che facemmo allora non e' importante, anzi, e' del tutto irrilevante di fronte alle forze e agli eventi con cui ci siamo ritrovati a che fare. Ma e' stato fondamentale per loro. Ed e' importante per me. Ho chiare le priorita', fermare la Mietitura e il Ciclo viene prima di qualsiasi altra cosa, ma non voglio perdere di vista i singoli. Non voglio perdere altra umanita'. Dal re ottenemmo anche la garanzia di aiuto militare per l'imminente battaglia con Ba'at. Tornammo presto a Damaria, perche' eravamo attesi per un incontro con i generali imperiali a proposito. Ando' bene, se e' bene partire alla guerra con fanatismo e sete di vittoria. La sera arrivarono Edgar e il Re del Nord e mettemmo anche loro al corrente dell'accaduto e dei prossimi avvenimenti. Ho scritto di che maledizione sia imbracciare lo Scettro delle Ere. Con tutto questo, sarei pronta a prenderlo in mano cento volte in cento universi e ogni volta lasciarmi avvizzire, rinascere e morire di nuovo, se fosse possibile e ci fosse bisogno. Lo farei in eterno, se bastasse a tenere a freno Ba'at. Ma dalle visioni che abbiamo avuto a Zaccara, per bocca dello stesso Edgar, non e' questo mio compito, ma suo. E' per un terzo il suo Scettro, d'altronde. Ho piena fiducia in quello che abbiamo visto. Tutta la vita ho interpretato portenti e rivelazioni ma mai ho avuto un'esperienza cosi' vivida, cosi' reale e concreta come quella delle ultime rovine. Non abbiamo esperito una possibilita' o una finestra sul futuro, abbiamo visto il futuro stesso, certo, granitico. Quello che succedera', con massima sicurezza, se ci comportiamo nel modo che abbiamo provato. Ho dovuto quindi convincere Edgar ad usare lo Scettro contro Ba'at e sforzarmi di vincere la sua reticenza ad accettare una condanna a morte. A cui alla fine ha acconsentito. E ci ha raccontato la storia del suo frammento di Scettro, di come appartenesse all'Arcimagister sua predecessora e vale a dire alla donna che lui amava. Alla donna cui successe dopo averla uccisa durante una rivolta e una lotta interna all'Alta Torre. Voglio vomitare. Il giorno dopo ho portato Lucio, Bjorn e Ragnar nelle loro terre nei Cinque Regni e poi sono tornata presto a Damaria, dove erano appena arrivati Ian e Anna a capo del loro esercito di straccioni, qualcosa dell'ordine di diecimila anime. Dovrebbe essere evidente a chiunque che la maniera piu' sensata di affrontare Ba'at e' dall'aria, con quelle sole forze necessarie a proteggere gli Eletti, chi usi lo Scettro e chi sia pronto a valicare il Ponte verso la Gemma di Galanur. Nel tempo ho ripetuto alla nausea a chiunque abbia incontrato che l'unico effetto di adunare masse di soldati e combattenti contro la bestia sara' di nutrirla con una carneficina. Ad Ian questo lo misi ben in chiaro quando ci separammo settimane fa fuori da Kardabar e gli espressi senza mezzi termini quale idiozia fosse racimolare contadini e popolani a questa maniera. Mi ha fatto piacere rivederlo ma mi e' stato estremamente difficile mantenere la calma quando mi ha presa da parte e confidato che si sente molto in difficolta' a guidare i suoi seguaci. A buon diritto: lo trattano come un santo ma santo non e'. Non e' neppure un condottiero e questo e' un altro motivo per cui la sua idea non avrebbe dovuto aver seguito. Mio malgrado mi e' sfuggita qualche parola poco gentile. Non l'ho trovato bene. In difficolta' o no, vuol comunque dare l'impressione di essere molto sicuro di quel che deve fare nella battaglia e di aver accettato il suo ruolo di Eletto. Ma e' evidente che le cose stanno altrimenti. Ha paura. Per la sorella e il nipote senza dubbio, ma anche per se'. E in ogni caso si sta muovendo convinto della possibilita' di tornare vivo dallo scontro, lui e i suoi. Questo purtroppo e' vero anche per Bjorn, Ragnar e Lucio. E' possibile che sopravviviamo, vittoriosi o meno. Edgar nel suo futuro era ancora in vita. Ma non ci possiamo contare. Non ci dobbiamo contare. La posta in gioco e' troppo alta per lasciarci distrarre da qualcosa di cosi' insignificante. Se vogliamo avere qualche chance di successo dobbiamo porci nello stato d'animo di esser certi di non far ritorno. Dovro' parlare con tutti e assicurarmi che siano pronti. Anna in compenso mi e' parsa molto piu' decisa. Ormai e' all'ottavo mese e ho il presentimento non solo che il parto avverra' appena prima se non durante la battaglia stessa, ma che il neonato ricoprira' un ruolo fondamentale. C'e' un'informazione importante che ci rivelo' lo Xeno di Zaccara e di cui mi sono ricordata solo di recente: Kutar e come lui gli altri senza ombelico fu generato dagli Xeni come creatura di pura energia della nebbia cui fu data forma. Dubito che avesse deciso di concepire un figlio con un'Eletta per caso e d'altronde anche il suo scopo era, almeno a parole, fermare il Ciclo. Ma sapendo ora la sua origine mi viene da chiedermi se agisse davvero per quel fine. O anche ammettendo buonafede, se i suoi piani non potessero essere indotti dai suoi creatori e non stesse venendo manipolato in modo perverso per realizzare il contrario di quel che voleva. Non so quindi se il piccolo sara' un bene o un male. Bisognera' tenerlo d'occhio. ### 3 settembre 2019 (Sessione di pochi accadimenti, quasi tutto GDR. Piacevole) Parlo con Ian, che rifiuta la visione del futuro. Parlo con Anna e la sua visione e' spiacevole, vede l'altro lato del Ponte e poi si sente cadere. Lucio e Bjorn giocano tanto coi loro feudi. Concedo anche a loro le visioni. Organizzo un incontro con Sol alle rovine del tempio fuori Ripasciutta. Gli lascio il mio diario e una lettera da consegnare a mia madre se non dovessi tornare. Per il resto, seguo la strada con gli Eletti e la loro armata di cenciosi, meditando la sera alle soste assieme ai monaci del Sole Nero. Due giorni prima della battaglia prevista, interrogo il Fato (Divinazione) e ottengo responso che Anna partorirà l'indomani e che di là dal Ponte dovremo "compiere una scelta". Il pargolo in effetti nasce come da vaticinio, perfettamente sano. Ha l'ombelico. La sera prima della battaglia, Edgar l'Arcimago mi prende in disparte e impartisce speciali conoscenze circa l'Antico Potere (busta sigillata). Lo stesso Ragnar per voce del Re del Nord e Lucio per tramite del picchio avatar di Marte. Offro a Edgar una visione ma rifiuta.